L’ABC della fotografia

Piccolo corso di fotografia con nozioni di base.

1. Tempi/diaframmi/ISO/temperatura colore
2. Le regole della composizione
3. Autofocus/Esposizione/Jpeg/Raw ecc..
4. Le proporzioni Auree e la regola dei Terzi
5. Il Fotoritocco  (Livelli)
6. Il Fotoritocco  (Taglierina)
7.
8.le_regole_della_composizione.htmli_comandi_della_fotocamera.htmlle_proporzioni_Auree.htmlIl_fotoritocco.htmltaglierina.htmlshapeimage_1_link_0shapeimage_1_link_1shapeimage_1_link_2shapeimage_1_link_3shapeimage_1_link_4shapeimage_1_link_5shapeimage_1_link_6
 

TARATURA del BIANCO  La luce varia il suo colore nel corso della giornata, al mattino e alla sera è più rossastra, in montagna è più blu e negli interni può variare da rosso se l’illuminazione è fatta da lampadine al tungsteno (lampadine tradizionali), mentre è verdognola se l’illuminazione è fatta da lampada fluorescenti, chiamate erroneamente al neon. Il nostro cervello corregge automaticamente queste dominanti di colore, mentre la fotocamera deve essere settata per fare questo.

Con le vecchie fotocamere a pellicola il problema si risolveva interponendo dei filtri colorati davanti all’obbiettivo, es: in montagna dove la luce è azzurrata, veniva messo un filtro rosato per rimuovere la dominante azzurra, mentre nelle fotocamere digitali questa cosa viene risolta elettronicamente.

Le fotocamere moderne permettono di tarare il colore bianco in base alle varie situazioni fotografiche: luce solare, luce artificiale al tungsteno, luce artificiale fluorecente, luce in ombra e così via, la cosa avviene elettronicamente ed è sufficiente da parte nostra selezionare il simbolo più adatto alla situazione in cui ci troviamo, inoltre è presente anche un settaggio chiamato AWB (automatic white balance) taratura automatica del bianco, che tara il colore bianco automaticamente in base alla luce presente nella fotografia, questa taratura è abbastanza affidabile ma è consigliabile eseguire il settaggio manuale. Vedi tabella sotto:


TEMPI:

E’ l’otturatore che stabilisce i tempi di esposizione della nostra fotografia.

Se i tempi di apertura e chiusura sono veloci, es: 1/1000secondo,

l’immagine verrà congelata, una macchina in movimento risulterà

ferma e le gocce d’acqua di una fontana verranno bloccate in volo.

E’ tramite la ghiera dei tempi che stabiliamo il tempo di

esposizione della nostra immagine.



Se i tempi di apertura e chiusura sono lenti es: 1/15secondo, l’immagine

sarà mossa, le gocce d’acqua di una fontana saranno confuse e l’automobile in

movimento risulterà indefinita e mossa. I tempi lenti possono essere usati per

immagini statiche es: paesaggi o architettura.

Quando si usano tempi lenti è consigliato posizionare la fotocamera sul

cavalletto, perchè se fotografiamo a mano libera, oltre che rilevare il movimento

delle persone, imprimiamo sull’immagine anche il movimento delle vibrazioni

generato dalle nostre mani.


Una tecnica usata con tempi relativamente lenti, es: 1/60secondo, è definita

Panning. Si seleziona un tempo abbastanza lento, 1/60 o 1/125, si segue il

soggetto in movimento e si scatta continuando a seguire il soggetto in movimento,

vedi esempio del cane. I risultati di questa bellissima tecnica non sono sempre

sicuri, è necessario eseguire vari scatti per avere immagini accettabili. L’effetto

è comunque molto piacevole perchè viene data una sensazione di dinamicità

alla nostra immagine che sarebbe altrimenti statica se usassimo un tempo più

veloce, es: 1/500secondo.

Prima di tutto è necessario ricordare che la fotografia è la riproduzione di quello che vediamo con i nostri occhi e che la macchina fotografica è lo strumento che ci permette di impressionare su “pellicola o su sensore” quello che stiamo vedendo. I nostri occhi sono macchine meravigliose che vedono e correggono tutte le imperfezione, invece la macchina fotografica non può. Noi, con gli occhi e il cervello,  correggiamo automaticamente i colori e le prospettive degli oggetti, la macchina fotografica non può. La fotografia, tecnicamente parlando, si basa principalmente su due fattori: TEMPI e DIAFRAMMI, tutto il resto è semplicemente contorno, vediamo cosa sono i TEMPI e i DIAFRAMMI e quali sono le cose di contorno.

OTTURATORE: Lo scopo è quello di

lasciare entrare l’immagine verso la

pellicola o il sensore della nostra

fotocamera, per un tempo stabilito

da noi.

DIAFRAMMI:
Ritengo il diaframma, la parte più creativa della fotografia. Se vogliamo eseguire
un bel ritratto, confondendo gli oggetti che sono posti dietro al soggetto, 
dobbiamo impostare sulla nostra fotocamera un diaframma medio es:  f5,6.
Quando impostiamo un diaframma abbastanza aperto, la profondità di campo
diminuisce e avremo a fuoco esclusivamente la parte interessata, nell’esempio
l’oca è a fuoco, tutto il resto verrà sfuocato isolando piacevolmente il soggetto.




Al contrario, se usiamo un diaframma chiuso es: f16, avremo
a fuoco il nostro soggetto, ma verrà evidenziato anche ciò
che sta alle sue spalle, nell’esempio della ragazza, anche
la vegetazione retrostante è visibilmente a fuoco e questo può
creare confusione nella nostra immagine.



Un diaframma chiuso es: f22 è perfetto per i nostri paesaggi
dove avere a fuoco tutto ciò che compone la nostra immagine è di
prioritaria importanza.
Nelle immagini a destra sono a
fuoco sia l’erba/fiori in primo
piano, sia la casa sul fondo e
questo si ottiene utilizzando un
diaframma chiuso es: f22.

N.B. 
La profondità di campo (che è
tutto quello che si vede a fuoco
sulla nostra immagine) è dipendente oltre che dal diaframma usato, anche da altri due fattori: l’ottica usata e la distanza del soggetto. Più l’ottica è grandangolare, più la profondità di campo sarà estesa, più il soggetto è lontano da noi, più la profondità di campo sarà estesa.
La profondità di campo si estende sia frontalmente al soggetto, sia posteriormente al soggetto in maniera diseguale, 1/3 frontalmente e 2/3 posteriormente. Quando noi mettiamo a fuoco il nostro soggetto, es: gli occhi, la nitidezza assoluta sarà solamente sugli occhi, poi per un fattore fisico dovuto al diaframma chiuso, la sensazione di fuoco si estenderà anche alle parti vicine agli occhi, es: le orecchie, anche se sono su un piano focale diverso.
Facciamo però attenzione perchè quando guardiamo all’interno della nostra fotocamera, il diaframma è sempre completamente aperto e questo perchè dobbiamo vedere l’immagine con la massima luminosità possibile, solo al momento dello scatto il diaframma si chiuderà al valore prestabilito e questo ci impedisce di vedere l’effetto che il diaframma chiuso avrebbe sulla nostra immagine. Nelle fotocamere reflex, è normalmente presente un piccolo pulsantino di simulazione di profondità di campo che, se pigiato, simulata l’estensione della profondità di campo che avverrà al momento dello scatto, ma purtroppo l’immagine viene oscurata.

DIAFRAMMA: Lo scopo è quello

di aumentare o diminuire la profondità di campo. Diaframma chiuso es: f16, grande profondità di campo, diaframma aperto es: f2,8 poca profondità di campo.

OBBIETTIVO con DIAFRAMMA tutto

aperto, condizione standard di quando dobbiamo inquadrare ed eseguire una fotografia.

ASA o ISO Il sensore fotografico CCD/CMOS, (anche la vecchia pellicola fotografica) ha bisogno di ricevere una quantità di luce ben precisa per lavorare perfettamente e questo viene dato dal corretto settaggio della sensibilità ISO sulla nostra fotocamera. Normalmente il settaggio di default deve essere impostato su 100 ISO e 200 ISO questo valore varia da fotocamera a fotocamera. Quando variamo il valore di ISO es: alzandolo a 1600, il nostro sensore riceverà meno luce di quella necessaria per esporre correttamente la nostra immagine, di conseguenza il segnale generato dal sensore sarà insufficiente e dovrà essere amplificato da alcuni circuiti elettronici che si trovano all’interno della nostra fotocamera, questa operazione introduce quello che si chiama: RUMORE DIGITALE del SENSORE, che in apparenza è una grana grossolana sulla nostra immagine con perdita di nitidezza generale.


N.B. Gli ISO vengono normalmente modificati quando la luminosità della scena da fotografare è insufficiente. Quando non è possibile raggiunge una coppia TEMPO/DIAFRAMMA adeguata, non rimane che aumentare gli ISO per compensare il problema della scarsità di luce, settiandoli manualmente non automaticamente sulla nostra forocamera.

COSE DI CONTORNO

200 ISO immagine

perfetta, nitida e

dettagliata.

1600 ISO immagine

sgranata e priva di dettagli.

La luce si misura in Gradi Kelvin.


Nello schema a fianco è visibile come cambia il colore della luce in base alle varie situazioni.

Il nostro cervello corregge automaticamente queste dominanti di colore pertanto non ci accorgiamo che la luce cambia, solo fotografando ci si rende conto della cosa.

Se posizioniamo la nostra fotocamera sul settaggio SOLE 5500K (Gradi Kelvin) e fotografiamo in casa con la luce artificiale al tungsteno, le nostre immagini saranno tutte ROSSE, perchè viene aggiunta a tutta l’immagine una dominante rossastra data dal colore della luce al tungsteno di 2700K (gradi Kelvin).

Se invece posizioniamo la nostra fotocamera sul simbolo della lampadina, le nostre immagini assumeranno i colori corretti.

Settaggi da eseguire per avere sempre colori il più possibile fedeli. Selezioniamo il simbolo più adatto alla nostre esigenze.

La fotografia digitale ha preso il sopravvento sulla vecchia e ormai superata fotografia a pellicola, però  è necessario tenere presente una piccola ma importante considerazione. La macchina digitale crea l’immagine tramite un sensore CCD o CMOS dove al suo interno sono stati distribuiti dei piccoli sensori fotoelettrici chiamati pixel. Il pixel o fotodiodo, cattura la luce della nostra immagine e la converte in tensione analogica che verrà successivamente digitalizzata e messa nella memoria dalla nostra fotocamera. Tanto più grande sarà il pixel, tanto più grande sarà la tensione generata e tanto migliore sarà il segnale generato, tanto più piccolo sarà il pixel, peggiore sarà la tensione generata e peggiore il segnale generato. Quindi è indispensabile per avere belle immagini, avere pixel grandi e non piccoli. I sensori delle macchine fotografiche hanno dimensioni diverse fra loro, le compatte hanno sensori piccolissimi, mentre le reflex hanno sensori relativamente grandi, i sensori attualmente più grandi sono chiamati FullFrame, il significato prende il nome dalla tradizionale pellicola fotografica di dimensione 36 X 24 millimetri. Se inseriamo nei vari sensori lo stesso numero di pixel è chiaro che avranno dimensioni di pixel diverse fra loro, il sensore di una compatta avrà pixel piccolissimi e poco ricettivi alla luce, mentre una fotocamera con sensore Fullframe avrà pixel notevolmente più grandi e più ricettivi alla luce, di conseguenza genereranno immagini migliori rispetto alla macchina compatta. Va considerato che entrambe le fotocamere, Reflex e Compatta, genereranno immagini buone se i pixel sono colpiti dalla giusta quantità di luce dichiarata dalla casa costruttrice (normalmente 100 ISO o 200 ISO) ma mentre la reflex avrà immagini ottime anche ad un valore ISO superiore es: 800, la macchina compatta genererà un forte rumore digitale se settata a 800 ISO. Consiglio di settare gli ISO manualmente sulla nostra fotocamera e se possibile lasciarli al valore nominale dato dalla casa costruttrice (100 ISO o 200 ISO) solo così avremo ottime immagini.

Settate manualmente gli ISO sulla vostra fotocamera digitale.

Scegliamo possibilmente fotocamere con grandi sensori e con un numero di numero di pixel non troppo elevato, 12 megapixel saranno sufficienti per tutte le nostre esigenze, con 12 megapixel possiamo avere immagini perfette e stampe con dimensioni fino 40cm X 50cm. Diffidate di chi vi racconta che è meglio avere un alto numero di pixel sulla vostra fotocamera, perchè non conosce a fondo i problemi legati ai sensori della fotografia digitale. Canon nelle sue compatte ammiraglie serie G (es: G11 e G12), conscia di questo problema,  monta sensori da 10 megapixel, cercando anche nei modelli inferiori di non eccedere troppo oltre questo valore.

Cosa si intende per Fotografia

Fai click qui per vedere le regole della composizionele_regole_della_composizione.htmlshapeimage_9_link_0